L'arte della legatoria è secolare e già nell'antica Roma le tavole in legno che formavano i libri erano incollate e cucite fra loro, quindi ricoperte con pelli lavorate e con copertine in metalli pregiati, in alcuni casi abbellite con pietre preziose ed inserti in avorio.
Nel corso del Medioevo i monaci amanuensi si dedicarono ad un'encomiabile opera di copiatura e rilegatura dei libri, prediligendo in particolare il cuoio per realizzare copertine elegantemente semplici e ricercate.
Nacque così la legatura monastica caratterizzata dai dorsi in cuoio cesellato e dall'arte di decorare i libri con figure scolpite nei metalli, utili anche per proteggere i delicati volumi.
L'eleganza del Rinascimento si rispecchiò pure nei libri i quali vennero ricoperti, oltre che con il classico cuoio, con sete e damaschi ricercati, uniti a borchie e chiusure in metalli preziosi come l'oro e l'argento.
I libri riposavano così tra stoffe finemente ricamate, chiusi da fermagli cesellati da maestri orafi e d'altra parte i volumi erano tesori rari.
L'affermazione della stampa a caratteri mobili trasformò in parte il lavoro dei legatori che idearono diversi stili di copertine per venire incontro alle esigenze del pubblico.
I grandi collezionisti più abbienti poterono così continuare ad acquistare volumi unici decorati ed intarsiati a mano, mentre per le edizioni che potremmo definire più economiche si sperimentarono disegni in serie, come quelle fatte con i rulli sui quali erano impressi motivi decorativi da riprodurre su molte copertine in cuoio.